Matrioska di Oliviero Angelo Fuina

Matrioska di Oliviero Angelo Fuina

Genere: Fantasy

“Il giorno che scoprii di essere morto, non ero ancora nato.O meglio ancora, la realtà che mi circondava si dimostrò solo una finzione scenografica.”

Ecco, questo sarebbe un ottimo inizio per un racconto idoneo a catturare da subito l’attenzione dell’”Ipotetico Lettore” a cui noi, scribacchini dallo smisurato ego e dall’inversamente proporzionale portafoglio, tutto dobbiamo ricondurre nelle intenzioni narrative.
Bene. Ma dopo che occhi incuriositi e di sfida hanno bucato il nostro universo cartaceo, come fare a tenerli sulla corda dell’impaziente e curiosa aspettativa nella quale noi li abbiamo indotti?
Ci vuole una storia credibile che supporti l’incipit ad effetto che abbiamo astutamente usato come golosa esca.
E qui ci scopriamo a ragionare proprio come il nostro “Ipotetico Lettore”.
Cosa siamo indotti a pensare dopo tale esordio?
Ad una storia tipo “The Other” oppure ad un universo in stile “Matrix”?
Ma se così fosse bisogna assolutamente scartare subito di strada perché risulterebbe sempre ardua fatica scrivere qualcosa già detta al meglio da illustri e talentuosi predecessori narrativi.
Ed è qui che lo sguardo interiore si tuffa nel labirinto cerebrale e sonda inesplorati canali e gratta con frenetiche unghie per portare alla luce la giusta Idea, la più originale e spiazzante che la credulità del nostro divino lettore di riferimento sarà portato ad assimilare.
Vero è che ogni scrittore, anche uno improvvisato come me, dovrebbe partire già da una storia e con la coda dell’occhio percepire già un probabile finale e, da tutto questo, partorire un inizio riconducibile al tutto a posteriori.
D’altro canto lo stimolo maggiore è invece iniziare una realtà parallela e farsi condurre dalla stessa verso un finale ancora sconosciuto allo scrittore stesso, quindi possibilmente …

Luca smise di scrivere e chiuse di colpo il suo quaderno per le proprie bozze narrative.
Si immaginò un rumore sordo a sancire la fine dell’esistenza di quello scrittore troppo analitico.
Non avrebbe funzionato. L’idea di scrivere di una persona che analizzava come far nascere una storia non gli sembrava più così brillante come quando aveva voluto seguire questo canovaccio seguendo l’estemporanea ispirazione del momento.
Aveva provato, come una logica proiezione di se stesso, ad usare un “IO” narrante, così, per vedere se anche nelle considerazioni a ruota libera del suo immaginario se stesso ne sarebbe scaturita qualche buona idea.
L’unica cosa che lo fece sorridere fu pensare che col suo gesto di interrompere bruscamente la storia aveva dato piena giustificazione all’incipit usato.

– Non mi convince del tutto – pensò Roberto staccando le mani dalla tastiera.
L’idea di scrivere un breve racconto di uno scrittore, Luca, che scriveva di un altro scrittore , gli era sembrata più che accettabile solo qualche minuto prima.
Adesso si era convinto che mancasse di quella giusta dose di suspense da indurre nell’occasionale lettore e anche della profondità stessa dei suoi personaggi, tanto da farli “empatizzare” , e rendere quindi quel finale davvero spiazzante per chi lo leggeva.
Salvò comunque il tutto deciso a rivederlo più avanti.
Diede un’ultima occhiata a quanto scritto e di colpo realizzò che lui stesso avrebbe potuto benissimo essere il terzo elemento di una probabile matrioska narrativa, essendo anch’egli uno scrittore che aveva scritto di altri due scrittori.
Invece di sorriderne lasciò montare un’indefinita inquietudine che aveva veste di ineluttabile presagio.

– Questo come finale non è poi così malvagio – si disse Marco, esausto dalle sue acrobazie logiche per rendere ogni gradino di quella specie di matrioska credibile e riconducibile proprio al finale da lasciare in sospeso ma comprensivo di un inquietante pensiero da indurre nel lettore e cioè che ognuno di noi può essere solo l’invenzione letteraria di un nostro dio scrittore.”

Non del tutto convinto, Oliver archiviò il racconto ripromettendosi di aggiustarlo prima di inviarlo nella vetrina on line di un sito letterario a cui era iscritto .

Sì, pensò Angelo, credo che possa funzionare. Lo aggiungerò agli altri racconti brevi che prima o poi riuscirò a pubblicare.

Un suono come di un frusciare di pagine intorno a sé lo fece sobbalzare…

Fine?

 

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