Lato B di Oliviero Angelo Fuina

Lato B di Oliviero Angelo Fuina

Genere: Sentimentale/Fantastico

Il buio è totale. 
Nella voce dell’uomo non c’è timore. Solo rimpianti.
– Eccoti qui, figliolo. Tutto bene ?
– Si, papi. Mi sento così sereno… Tu, invece?
– A dirti la verità, non lo so. Ecco, mi sento… Mi sento come un lato B di un vinile.
– Un lato di che cosa?!
– Di un vinile, di uno di quei vecchi dischi neri che facevamo suonare sui nostri cari giradischi quando noi, della mia generazione, eravamo ragazzi. Difficilmente, ne vedrai uno… Ma forse sarà meglio così. Adesso ci sono tutti questi nuovi supporti per ascoltare musica in digitale. Certo, sono perfetti, anche se secondo me così si perde…si perde l’anima gracchiante della musica…
– Si, ma… Perché parli di un lato B?
– Devi sapere che quando uscivano i 45 giri, sul lato A mettevano il brano di successo che la gente si presumeva volesse comprare e sul lato B un brano quasi sempre poco conosciuto, se non sconosciuto del tutto, anche perché poco o niente trasmesso dalla radio o in televisione.
Solo che il più delle volte, alla lunga, rischiava di piacere di più proprio quest’ultimo brano, con l’ascolto nel tempo. Sai, io mi sono innamorato di molte canzoni del lato B…
-Penso di aver capito cosa intendi, papi … Ti ricordi anche qualcuno di questi lati B?
– Certo, mio caro… Dunque … La prima canzone che mi viene in mente è “Due mondi” di Battisti che era il lato B di “Amarsi un po’” … Poi “Figure di cartone” delle Orme, il retro di “Gioco di bimba”, Ah!, si… certo… Quante emozioni mi aveva dato “Cosa si può dire di te” dei Pooh, scoperta comprando il loro disco per il successo del lato A: “Pensiero”.- continuò l’uomo con malcelata emozione nella voce. Se solo suo figlio fosse stato in grado di guardarlo in faccia avrebbe visto anche un mesto sorriso di chi ricorda con piacere episodi già superati dal tempo e dagli accadimenti.
Dio, quanto poco tempo e quante parole ancora da dire!
– Mi sarebbe piaciuto tanto poterli ascoltare almeno una volta con te, papi… – Commentò con rincrescimento il figlio.
– A chi lo dici ! Ma penso avrai già capito che non sarà più possibile, no?
– Si … – disse quasi in un sospiro, aggiungendo però subito dopo, quasi con urgenza, come per voler prolungare questo dialogo con suo padre: – E perché ti sentiresti proprio come un lato B?
– Perché di solito io venivo apprezzato alla distanza, dopo prolungate frequentazioni… Non sono mai stato da subito appariscente… Anche con la mamma è andata così, sai? … Ma per chi aveva cuore di ascoltarmi potevo rivelarmi al meglio. Sono sicuro che anche con te sarebbe andata così…
– Lo penso anch’io … Ma per me tu sei già stato da subito il mio lato A! – aggiunse accorato
– Sei molto caro a dirmi questo… Ma credo che adesso sia giunto il tuo momento… Devi andare…
– Non è giusto, però!! Io non voglio andarmene! … Voglio stare ancora con te!
– Ti prego, amore… E’ peggio se fai così… E’ giunto il tuo momento…Su, dai, lasciati andare senza opporre resistenza…
– Va bene… – rispose con rassegnazione – Ti voglio bene, papà…
– Anch’io, figlio mio! E continuerò a volertene per l’eternità… ma adesso vai. E’ questo il momento… Ciao, vita mia… – Quest’ultimo saluto quasi lo sussurrò ma suo figlio non avrebbe potuto comunque sentirlo: non era già più lì con lui.

Sulla scena torna una luce accecante.
Il dottore, rivolgendosi all’infermiera che gli aveva appena terso il sudore dalla fronte, le dice:
– E’ andato… Non c’è più niente da fare.
– Poveretto… Morire così giovane… – risponde quasi più parlando a se stessa che all’affermazione del chirurgo.
– La moglie è stata avvisata? Non l’ho vista , prima, fuori dalla Sala operatoria…
– No, non ancora… Pensi al destino: adesso è di sopra in maternità che sta partorendo il loro primo e unico figlio… Che nascerà già orfano di padre…
E con un comune senso di ingiustizia coprirono il corpo e uscirono in silenzio.

 

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