A media Luz – Un’ora in chiaroscuro di Fabrizio Castellani

A media Luz – Un’ora in chiaroscuro di Fabrizio Castellani

Tema: Il peso di esistere

“Secondo piano, ascensore. Né portiere, né vicini, dentro cocktail e amore. Appartamentino arredato da maple, piano, stuoia, abat-jour. Mentre un telefono squilla, piange un grammofono i tanghi, quelli veri d’altri tempi, e il gatto è di porcellana, così non miagolerà d’amore”
(A media luz – di Edgardo Felipe Donato – Buenos Aires 1924)

E la porta si richiude alle mie spalle.
– Mai tornerò – m’illudo stasera. Ma non sono così forte, e dentro di me so già che presto busserò di nuovo a questo legno rosso. Fin quando avrò forza, fin quando non mi verrà a prendere la morte, io tornerò.
Scendo allora verso casa, mentre il sole sputa tossendo i suoi ultimi raggi, e trascino con me ombra e ossa, vecchie sorelle pesanti, giù per la calle Florida.
Passo al setaccio la sabbia della memoria, cercando quell’oro che darà valore a quel che stato oggi.
Non lascerò ricordi, né custodirò sogni.
Non porterò lei, solo una delle tante ragazze del secondo piano di quella casa di Corrientes.
Lei avrà altri clienti e domeniche di tè e pasticcini; lei tra tappeti e porcellane bianche suonerà e ballerà come leggera gioventù che si libra sopra note antiche. Le sue labbra color del fuoco venderanno a caro prezzo finte parole d’amore, parole che noi compreremo così da condirle con il poco sale della vita che ancora ci scorre nelle vene.
Non porterò il suo volto che già adesso non sarei capace di riconoscere. Con me non ci sarà il suo corpo così bianco e pieno, quel corpo che pure ho amato almeno per un istante dentro alla sua stanza sempre immersa nella penombra, quasi che il sole non volesse guardare ciò che vi accade dentro.
Scorderò un’ora breve, eterna, triste, allegra, vuota, piena.
Il calore giovane di un corpo che pure mi è stato vicino così da riuscire quasi a ingannare il cuore, si disperderà sotto la fresca brezza della notte. Uscirà dalla mia pelle che l’ha tenuta stretta, e allora, lo so, mi si stringerà l’anima, e non più fresca, ma gelida, sarà la notte.
Il suo profumo dolce sparirà dalla mia memoria, e dal mio tempo. Altre rose e violette nei giorni che verranno mi regaleranno forse un’altra primavera.
Quel dolce respirare dentro al suo respiro, quel lasciarsi andare a fondo nel mare scuro dei suoi occhi spalancati, quell’esistere un istante di due corpi l’uno dentro l’altro; tutto andrà via, tutto sparirà con l’arrivo di una nuova notte solitaria.
Passo dopo passo mi svuoto lentamente, e mentre arriva il tramonto l’amor pagato scivola via dalla mia vecchia pelle.
Sono quasi arrivato a casa quando alle mie orecchie arriva un eco di musica triste: le note d’un bandoneon suonano lontane, giù nei locali sporchi e fumosi del porto, paradiso e inferno di marinai ubriachi e puttane da pochi soldi.
La musica che sale su dalla città vecchia, strisciando lenta e sensuale tra muri umidi e sacchi di immondizia, è un vecchio tango che canta di quell’ora; quell’ora che è mio unico e amaro conforto. Le note di Donato e Gerdel parlano di noi. Parlano di quelli che immergono in una giovane lei ossa e sangue oramai senza sogni e senza futuro. Parlano di quelli che cercano così di ingannare l’anima, l’amore e l’età.
D’improvviso so che questo è il poco oro rimasto nel mio setaccio. Qualcuno canta di noi vecchi, e non verremo dimenticati. In qualche modo noi, tutti noi, esisteremo ancora.
Nessuno ricorderà il nostro nome, ma ricorderanno il nostro pesante esistere. Questo pensiero mi accompagna a casa assieme alla mia ombra sempre più lunga e curva. Questo è il mio oro, questo mi nutre.
Sorrido, apro la porta ed entro a casa. La musica è finita, un altro giorno è passato.
In solitudine vivo questo tempo che mi resta. Ma oggi, almeno un po’, in questo chiaroscuro, mi sento vivo.

24 Risposte a “A media Luz – Un’ora in chiaroscuro di Fabrizio Castellani”

  1. Bel racconto che trae poesia da una situazione potenzialmente “rischiosa” pervaso da una musica peccaminosa… e sorretto, come sempre, da un’ottima scrittura.
    Voto questo testo.

  2. Un bel racconto, una buona scrittura e poi adoro il tango. Voto questo testo.

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