Un cigno di nome di Luisa Cagnassi

Un cigno di nome Anna dal romanzo di Luisa Cagnassi

Tema: Il peso di esistere

Come sia riuscita, nonna Lisa ad adattarsi ad un’esistenza così misera, davvero non so spiegarmelo.
Lei che da ragazzina ebbe una vita agiata senza privazioni, ha rivoluzionato le sue abitudini, per amore del marito, affrontando ogni avversità senza mai lamentarsi. A diciassette anni, quando si sposò, la sua famiglia era già stata spogliata di ogni proprietà.
Dal 1902, data della sua nascita, aveva conosciuto il benessere e così fu per molti anni. Ad ogni modo, la caduta dello Zar, fece precipitare la situazione e per la popolazione fu un lungo periodo infelice e doloroso.
L’amore della nonna, nei confronti del marito, fu senza dubbio privo d’interessi e condizioni, se non quella dell’assoluta sottomissione.
Dovette sopportare sovente le ire del nonno la sera, consueto a rientrare arrabbiato e visibilmente alticcio. Inveiva contro il “partito” imprecando e accusando! Fuori di sé pareva volesse distruggere ogni cosa; perseguitava la moglie minacciando di diventare violento fisicamente, oltremodo invidioso per le eccessive attenzioni rivolte ai bambini. In realtà, non la sfiorava nemmeno. La notte poi, si riappacificavano.
Quante volte li hai spiati, nella loro intimità, costretta dalla promiscuità forzata e dalla tua naturale curiosità. Rassicurata, discreta, ti nascondevi sotto le coperte, felice della loro riconciliazione. Ogni paura, come per incanto, veniva fugata.
Il nonno mal sopportava la suocera, buona e riservata: ne era geloso. Al suo rientro, detestava trovarla in casa, s’infuriava cacciandola malamente.
Non ti sei mai spiegata il suo atteggiamento, costringendo te stessa ad ammettere di avere un padre ancorato ad una mentalità barbara ed ignorante.
Nei tuoi ricordi, tratteggiavi la nonna come una donna disperata e triste, inguaribile fumatrice. Trascorreva le giornate asciugandosi lacrime e bevendo the, dal samovar costantemente acceso.
Di poche parole, solo di rado si concedeva e raccontava a voi nipoti dei vecchi tempi, del benessere di quando il nonno era ancora in vita e le sue avventure di soldato.
Aveva lunghi capelli bruni la nonna, ricci e vaporosi. Quando li lavava, lasciava si asciugassero sciolti, sotto i raggi del sole. Splendevano così in tutta la loro bellezza, scomparendo ancora, imprigionati in una lunga treccia, avvolta sul capo.
Ti piaceva studiare. Frequentasti sino al quarto anno, una scuola tartara. In seguito, per tua ambizione, decidesti di iscriverti alla classe superiore russa, affrontando con tenacia, le enormi difficoltà causate dalla diversità della lingua.
Scoppiata la guerra, fosti costretta a sospendere gli studi.
Il destino decise al tuo posto: infatti li “proseguisti” in un lager nazista.

25 Risposte a “Un cigno di nome di Luisa Cagnassi”

  1. Narrazione bella ed evocativa, forse non perfettamente centrata sul tema, comunque una piacevole lettura, brava!

  2. Una finestra sulla storia. E noi ne siamo la memoria. Brava Luisa.

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