Io Persefone Tu Ade di Claudia Lo Blundo

Io Persefone Tu Ade di Claudia Lo Blundo

loblundo

Genere: Narrativa/Realista/psicologico

Lei lo aveva abbandonato senza un vero addio, con un semplice bacio fugace sulla guancia, timorosa che le mani di lui avrebbero potuto ghermirla ineluttabilmente, per portarla sulla cima di quell’alto monte dove lui l’avrebbe chiamata Amore: laddove tutto il mondo cambia aspetto, tutto si impregna di musica, di fiori, di cieli azzurri e nuvole sognanti e lui, come un guerriero che abbia vinto una battaglia, si sarebbe riposato sul suo grembo. Lei sarebbe stata la sua Venere e lui Marte vittorioso.
Lei, però, non voleva cedere. Aveva paura di affrontare quel viaggio con lui. Voleva aspettare: chi? Il dio dell’amore? Aspettava chi le avrebbe sussurrato qualcosa di diverso da quello che le sussurrava lui?
Non lo sapeva e l’aveva lasciato senza un addio, con quel bacio, quasi fosse un gioco. O forse era sicura che, come in un gioco ad acchiappare, lui, più forte, più svelto, l’avrebbe agguantata alla vita e l’avrebbe baciata: non più solo sulla guancia. E lei lo avrebbe accolto come il suo vero amore!
Lui non l’aveva inseguita!
Il bacio, che per lei era stato un gioco, per lui aveva segnato la fine della propria vita.
Se ne era andato via in un dolce giorno in cui le messi brillavano al sole, mentre i pampini delle viti verdeggiavano carichi di promesse. Se ne era andato, sospinto dal male oscuro: aveva lasciato la propria mente libera di vagare, mentre la sua macchina precipitava per porre fine ad una vita che non aveva saputo controllare.
Lei lo aveva saputo molto tempo dopo: dopo che nel suo animo, rancore e sfiducia avevano preso il posto del creduto amore.
Lo aveva saputo in un triste giorno carico di mestizia: anche la natura era afflitta e tutti piangevano con lei.
Lo aveva saputo mentre vagava tra le tombe di un malinconico cimitero, dove fiori e luci accese non bastano a dare pace all’animo, addolorato per la dipartita di chi si è amato.
Lo aveva riconosciuto nel freddo di una foto posta nell’incavo di un bianco marmo e aveva colto le impercettibili parole di chi raccontava: la disperazione per un amore non corrisposto può portare a gesti disperati!
Si allontanò furtiva, sotto la pioggia che, dal cielo grigio, iniziava a scendere prima piano poi con scrosci sempre più forti, sempre più violenti, mentre il suo cuore partoriva lacrime cocenti che, uscite dagli occhi, si mescolavano alla pioggia che, crudele, le picchiava le guance.
Iniziò a vagare senza una meta, mentre nel suo animo risuonava il ricordo delle parole che lui le aveva detto tante volte:
“Vivremo insieme e ti chiamerò Amore: e insieme poi lasceremo questo mondo per continuare a vivere nell’altro, nell’Aldilà profondo, dove tu sarai per sempre la mia amata Persefone e io il tuo devoto Ade.”
Qualcuno ebbe pietà di lei, la raccolse infreddolita, zuppa di pioggia, le scarpe finite chissà dove; nessuna borsa, nessun documento, nulla che potesse identificarla: era diventata una persona anonima! Una donna sconosciuta non solo agli altri ma anche a se stessa, che ripeteva soltanto “Io Persefone, tu Ade”.
Fu inserita in un gruppo di altre donne, come lei perdute in un vuoto destinato a diventare ogni giorno una voragine sempre più profonda. Nella sua mente il nulla, mentre tutti la chiamavano ridendo sguaiate: Persefone!
Io Persefone, tu Ade!
Unico ritornello, unica cantilena ossessiva ripetuta all’infinito sin quando la bocca le si prosciugava e le sembrava che la gola le ardesse di un fuoco inspiegabile, che la costringeva ad andare a bere dalla fontanella posta nel corridoio: unico luogo dove le era permesso passeggiare, sotto lo sguardo compassionevole del personale addetto.
Io Persefone, tu Ade.
Accadde tutto all’improvviso: si ritrovò con in mano una ciocca di capelli strappati a forza dalla testa di quell’altra che aveva ripetuto, per scimmiottarla: Io Persefone e tu Ade.
“No, io Persefone, io Persefone. Adeee! Dov’è Ade?”
Una voce calma, quasi rassicurante, parlava a qualcuno:
“Non ha nulla, non ha proprio nulla; si è semplicemente autoesclusa dal mondo. Se ne è allontanata da sola. Chissà, forse uno choc, un dolore! A volte un dolore può fare sprofondare in questo stato, paragonabile all’inferno, nel quale si precipita per punirsi e dal quale si, è possibile riemergere, come accadde a Persefone. Ma bisogna accettare di voler ritornare tra i viventi.”
Qualcosa si mosse nel suo animo. Aveva toccato il fondo della propria disperazione mentre le tornava alla mente la favola che lui le aveva narrato tante volte: Persefone che segue Ade negli inferi e gli rimane legata per sempre perché aveva mangiato i grani dell’amore.
Allora desiderò risalire la voragine. Qualcosa la induceva a pensare che c’era un’altra vita diversa da quella che stava vivendo: ma quale? Quando e dove l’aveva vissuta, fuori da quelle camerate, lontane da quei volti anonimi, spenti?
E quando le tornò alla mente la favoletta, ricordò di non avere assaggiato i frutti dell’amore che Ade aveva tentato di offrirle.
Allora capì che poteva ancora vivere.
Se lui era stato debole, lei non doveva per forza imitarlo. Doveva tornare alla vita e il mondo avrebbe avuto i profumi della primavera e i frutti dorati dell’estate.
Non voleva essere più Persefone innamorata di Ade, ma voleva appropriarsi di un nome che si era sempre rifiutata di ricevere.
Iniziò a piangere! Le sue lacrime cominciarono a riempirono la voragine del dolore nel quale era sprofondata e iniziò a galleggiare e a risalire, e più piangeva, quasi che le lacrime sgorgassero da un pezzo di ghiaccio che le si scioglieva nel cuore, più il pozzo nel quale era scivolata si riempiva d’acqua: e lei fu salva!
Non seppe come e quando, ma si accorse che due braccia amorevoli l’accoglievano, le dicevano che adesso era il tempo di vivere.
E lei comprese che, dopo aver toccato il fondo del baratro e dopo essere risalita, avrebbe dovuto finalmente vivere per dare amore e ricevere amore e il suo nome sarebbe stato: Amore!

33 Risposte a “Io Persefone Tu Ade di Claudia Lo Blundo”

  1. Bene come sempre, Claudia, un racconto affascinante e coinvolgente!

  2. Una stesura accurata e una scelta stilistica molto gradevole.

  3. “Voto per questo testo”.
    Frasi molte intense che descrivono una condizione dell’anima a volte ben difficile da tradurre in parole.

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