Due sbavature di colore rosso di Andrea Mazzolini

Cara Mary, sono appena tornato dalla tipografia. Ho in mano la bozza del catalogo con tutte le mie opere più importanti. Ho insistito per mettere come titolo “Il grano, l’erba, le rose e i narcisi”. Come sai la pittura per me non è stata soltanto un lavoro ma una passione, una pazzia forse. E comunque, dimmi dove lo trovi un artista che non sia anche pazzo. Pazzi per l’arte come si è pazzi quando si è innamorati, vorrei aggiungere. Alla soglia dei quarant’anni lo posso affermare: dipingere, o imbrattare le tele come mi ripeteva sempre mio padre, è stata tutta la mia vita.
Il mio credo sta tutto in questo catalogo che ho tra le mani. Fa un certo effetto scorrere le pagine e scoprire la propria anima là sopra, le emozioni, gli sbagli, i successi. Forse è la stessa emozione che prova uno scrittore quando si trova tra le mani suo primo romanzo. Un pittore non dipinge mai la realtà, o meglio, non dipinge mai la realtà apparente delle cose. I colori, le righe, i tratti, le proporzioni, tutto questo è inutile se non si trasmette un’emozione, un domanda, un mistero, un sogno. Ed io questo ho sempre provato a fare con i miei pennelli, dipingere le emozioni, fotografare i sogni, raccontare l’anima delle cose.
Quando sono rientrato in casa mi è venuta in mente un vecchio aneddoto, imparato sui banchi dell’accademia.
Una volta Toulouse-Lautrec si trovò tra le mani un foglio appena sporco di vernice, soltanto una sbavatura, due minuscole macchioline rosse. Beh, gli piacquero talmente tanto che incorniciò due metri quadri di foglio bianco solo per quelle minuscole sbavature di colore.
Non sono un pittore bravo come lui ma come o più di lui sono pazzo, lo so. Sono pazzo di te, Mary. Tu non sei la donna più bella di questo mondo e nemmeno la più intelligente o la più affascinante. Ma per me e solo per me tu sei la più bella, la più intelligente e la più affascinante. Non sono mai stato bene con un’altra persona come lo sono stato con te. Non c’è un’altra ragione alla mia pazzia. Non sono mai stato capace di fare grandi discorsi ma, credimi, Mary, tu sei quelle due sbavature di colore rosso sulla mia esistenza e Dio solo sa quanto vorrei spargere di colore la tela della tua vita e sparpagliare il grano, l’erba, le rose e i narcisi; questo soltanto vorrei.

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