Peccati di gola di Anna Cibotti

Gustavo era un predatore nel vero senso della parola.
Al contrario della sua fidanzata, magra e lunga come uno stuzzicadenti, lui era un pacioccone ridanciano simpatico a tutti.
Dopo cena era abituato a fare una passeggiata per digerire (così almeno faceva credere) ma lo scopo era tutt’altro.
Rosina cominciò ad avere dei sospetti quando vide nelle sue camicie e nei pantaloni delle macchie strane.
Le venne il dubbio che le mentisse e un lieve sospetto la sfiorò.
Si rendeva conto che non era un adone, ma a lei piaceva così com’era con il suo faccione rubizzo e le “maniglie dell’amore” che adorava pizzicare nell’intimità.
-E quelle macchie allora?-
Decise di non chiedergli nulla e di aspettare gli eventi.
Gustavo non aveva le “phisique du role” e allora che predatore poteva mai essere!
Lo era eccome!
Non era un predatore di donne, le sue prede erano i panini assortiti in bella mostra nella vetrinetta sotto il bancone del bar.
E non solo quelli!
Anche le pizzette, le brioches e i tramezzini.
Non gli resisteva e anche dopo avere cenato se ne abbuffava.
Prede gustose da mordere con voracità in una pulsione irrefrenabile.
Ma una notte Gustavo ebbe un incubo.
Nel sogno vide un enorme panino col salame, profumato e invitante.
Allungò la mano per prenderlo e improvvisamente il panino si aprì come una grossa bocca spalancata pronta ad ingoiarselo.
La sua preda avrebbe ingoiato il predatore.
Si trovò seduto sul letto sudato e atterrito con la povera Rosina che era caduta dal letto spinta dalle braccia che Gustavo dimenava alla cieca come a scacciare qualcosa.
Dopo quella notte Gustavo non fece più la passeggiata digestiva né macchiò le camicie e i pantaloni.
Cambiò anche bar.
L’ingordo predatore rimase così……..in preda allo sconforto!