Provo a chiudere gli occhi e immagino… ci siamo noi, insieme, l’uno di fronte all’altra. Io ti amo, tu no ma non farà differenza, tu sei molto abile… ci sono anni di esperienza, c’è il tuo essere predatore, ci sono i giochi che sai fare.
Mi muovo, ti muovi e mi tormenti, camminando in quella maniera che ho imparato a distinguere e che cattura la mia parte animale e sembri pronto a gettarmi una sfida, nonostante sia evidente che non sono altrettanto pronta a raccoglierla.
Allora, mi guardi e ti decidi a mettere in atto il ruolo che ti calza a pennello. Ti avvicini, istrione intrigante… mi provochi, con occhi scuri e maledettamente accesi, ti diverti, perché sai che sono già nelle tue mani, preda consapevole del tuo fascino.
Costasse quello che costasse… perché, lacrime, dolore, fatica e dispiacere, saranno sempre meglio della devastazione che si riappropria di me, mentre riapro gli occhi e per un’ennesima volta, prendo atto del vuoto che mi vive dentro e mi divora, nella tua stramaledetta assenza.