Afferrato dalla Tua bellezza di Angelo Francesco Anfuso

Il tramonto,
si inclina al suo giorno.
Ti osservo, sei disteso, stanco
sulla riva del mare,
un mare calmo e senza onde.
I miseri raggi ti sfiorano dolcemente,
il debole fruscio della marea
soccombe il tuo silenzioso lamento.

Uomo docile e di bell’aspetto,
unico nel suo genere.
Mi sono avvicinato, e
Tu piangevi…
Non dicevi nulla,
non chinavi il capo per ripiegarti dalla vergogna
Mi fissavi nel silenzio del vespro.

Il tuo silenzio,
il tuo corpo tra la riva,
baciato dalla schiuma delle onde,
e lambito dal sole, oramai dormiente,
tiepido, mite, di
poco affetto.
Le tue lacrime…
Che meraviglia la tua presenza.

Rimasi immobile,
fermo ad assaporare quell’istante.
Mi sentii rapito dalla tua bellezza,
trasportato dalle deboli onde in cui tutto
sembrava rinascere.
Il tuo riflesso sopra quell’acqua limpida,
azzurra, trasparente,
raddoppiava la tua bellezza, la tua sensualità,
sofferente e sofferta.

Chiudo gli occhi.
Mi avvicino, sento il tuo profumo,
il tuo odore.
Mi sfioravi con garbo,
mi coccolavi nonostante piangessi.
Entrai in un sogno,
toccai le vette dell’Estasi
lasciandomi alle spalle
il mio passato.
Mi lasciai trasportare senza esitare.
Che destino sarà mai, il mio!

Il sole è deceduto,
notte, buio e tenebra si calano dal cielo.
Dove sei, mia bellezza!
Non ti vedo, non ti sento,
non sento il tuo profumo
Mi hai afferrato, fatto tuo.
La tua bellezza mi ha divorato.
Mi hai reso cieco,
hai privato i miei sensi
di ogni loro capacità.

Il tuo pianto…
Era il mio grido disperato.

Non ti vedrò mai più,
non sentirò il calore delle tue mani sulle mia pelle,
il tuo profumo, soave fragranza per il mio olfatto,
il tuo lamento, il tuo…

Ormai ti sei saziato,
o forse hai saziato me.
Chi è il predatore tra noi?
Chi la preda?
Mi hai nutrito con il tuo fascino,
caldo e sensuale.
Mi hai divorato.
Solo ora comprendo,
solo ora non vedo ma
sento che siamo una sola cosa.
Un solo spirito, ecco
quello che siamo.
Una sola cosa…