Nell’assenza di Rossana Roxie Lozzio

La prima vera assenza alla quale ho dovuto fare l’abitudine è stata quella di mio padre… se ne andò una sera, incamminandosi lungo la strada di fronte alla nostra casa, dopo un’ennesima discussione con mamma e portò via con sé una sola valigia, oltre a tutta la mia disperazione di bambina tradita dal primo punto di riferimento maschile.
Poi, una decina d’anni dopo, feci i conti con quella che è la vera assenza… se ne andò anche mamma ma questa volta, senza valige, senza discussioni, senza tradimenti. Se ne andò, in quella dimensione sconosciuta contro la quale non avrei mai nemmeno lontanamente pensato di dover andare a sbattere ed è iniziata la lotta quotidiana con il vuoto che ti lascia nel cuore l’assenza di qualcuno che non sai neppure quantificare quanto
sei riuscita ad amare.
La convivenza, invece, con l’assenza di te… mio amore slegato da tutte le convenzioni esistenti sulla faccia della terra che mai potrei sostituire con alcun sentimento per un uomo diverso, è cominciata nel mezzo tra le due partenze di cui sopra e ancora continua. E’ una specie di abitudine, di battaglia fra la mente ed il cuore, è qualcosa che comincia appena sveglia e che rimane con me fino a quando non arriva il sonno. Solo lui riesce a portarti via da me, per qualche ora… è soltanto mentre dormo, dato che difficilmente ti sogno, che la tua assenza non si fa sentire con la prepotenza di un rumore che si trasforma da sottofondo musicale a chiasso infernale.
Vivere nell’assenza… difficile ma non impossibile. A volte, ci capita e dobbiamo solo riuscire a farcene una ragione… a volte, ci rovina addosso, con irruenza e non ci capacitiamo di doverci imparare a convivere ma fa parte della vita, perché è quasi impossibile potere avere tutto ciò che si desidera e se questo non avviene, vivere nell’assenza, diverrà un destino tanto detestabile quanto amabile.
Fidatevi di una donna che trascorre il tempo al suo fianco da quando era bambina…