La mia rinascita di Nadia Milone

Ricordo ancora come vivevo fino a poco tempo fa. Alla continua ricerca di qualcosa o di qualcuno che mi donasse delle certezze, quelle sicurezze che sono sempre mancate dentro di me. Ebbene sì, lo ammetto, sono sempre stata un’insicura per natura, una piccola e debole foglia alla quale bastava un soffio di vento per staccarsi dal ramo e cadere a terra, pronta ad essere calpestata dal primo passante di turno. Tante, troppe volte sono stata schiacciata in questo modo. Troppe volte ho chinato la testa e chiesto scusa per cose di cui non avevo colpa e troppo spesso sono stata usata soltanto per alimentare l’ego di qualche bugiardo esibizionista. E ogni volta cadevo e mi rialzavo. Ma arriva un giorno in cui è difficile rialzarsi se si continua a permettere a gente priva di scrupoli di usarti e colpirti. E allora dici basta. Così è stato e così sarà.
Un giorno mi sono guardata allo specchio e quello che vi ho visto riflesso non mi è piaciuto affatto. Quella donna ormai apatica e provata dalla vita doveva reagire! Non si può vivere costantemente ai margini, bisogna prendere in mano le redini della propria vita e non soccombere mai, per niente e per nessuno. Almeno questo, ora, l’ho capito. Quel giorno ho deciso che quella donna doveva cambiare.
Sono stati passettini piccoli e difficili da compiere, perché quando l’autostima è praticamente inesistente è difficile ritrovarla da un giorno all’altro. Un percorso di crescita interiore molto lungo e non posso di certo dire di non aver mai avuto cedimenti. Tantissime volte ho creduto di non farcela, di non essere all’altezza nemmeno delle mie stesse aspettative.
Ma ora posso orgogliosamente dire di non essere più quella persona e se il dolore che la vita mi ha donato è servito a farmi cambiare e maturare, allora ringrazio di averlo provato.
Ora sono una persona nuova, mi sento rinata, risorta dalla mie stesse ceneri, proprio come l’Araba Fenice. Ecco, è stata proprio questa la mia metamorfosi. Ora so con certezza che non permetterò mai più a nessuno di calpestarmi o di prendersi gioco di me. Quella debole foglia non esiste più, ora voglio essere un solido tronco. Non sarò più lo zerbino per le scarpe sporche di qualcuno. Ora chi vuole la mia stima e la mia amicizia, mi deve innanzitutto rispettare come persona e questa è una cosa sulla quale non nutro più alcun dubbio. Non elemosinerò mai più le attenzioni altrui, non mi umilierò più davanti a chi gode nel vedermi strisciare e soffrire. Chi mi vuole, d’ora in avanti, dovrà imparare prima di tutto che anche a me piace essere cercata e coccolata. Se così non sarà, semplicemente non ne varrà la pena.
Questo lo devo soprattutto a me stessa, alla donna che sono diventata, più forte ma, soprattutto, più consapevole del fatto di non essere inferiore a nessuno.