La distanza che c’è fra quello che vorrei e quello che non accadrà mai di Elena Grifoni

Eccolo che ritorna, quello struggimento interiore, quella sensazione che ti prende allo stomaco all’idea di poter essere, per lui, qualcosa di più. Quel desiderio che sai non si avvererà mai, per quante stelle cadenti tu possa contare, ma che non si decide a dar tregua al tuo cuore, lasciando brillare quel barlume di speranza che pian piano, però, si affievolisce. Poi eccolo di nuovo: lui ti parla, ti sorride e in te la fantasia torna a vivere, offuscata però da qualche accenno alla sua vita di tutti i giorni in cui capisci che, talvolta, lui ti racconta solo delle mezze verità, e altre cose con te proprio non le condivide. Magari non per malizia, ma solo per riservatezza… e poi, chi sei tu per entrare nell’intimo della sua vita? Sì, siete amici, ma solo di contingenza. La vostra complicità e il dialogo iniziano e finiscono nel breve tempo di una serata di lavoro in cui indugi, a volte, con lo sguardo, nella sua direzione per poi distoglierlo se si incrocia con il suo. Ti scopri invidiosa della collega che si dilunga a parlare con lui, essendo la sua postazione più vicina della tua o essendo lei solo più intraprendente. Ed eccole di nuovo a svolazzare, quelle farfalle nello stomaco, quel desiderio inespresso che vorrebbe uscire allo scoperto, quella voglia di approfondire un’amicizia che vorresti solo per te. Ti corrode piano la gelosia quando lo vedi parlare a lungo al telefono, con il sorriso e gli occhi allegri; con chi sta parlando? E pesa come un macigno la consapevolezza della presenza nella sua vita di qualcuno che gli è più vicino di te e che e può godere della sua compagnia. Ti ritrovi a immaginare e fantasticare su quello che potrebbe essere il vostro rapporto, se solo tu avessi più tempo da passere con lui. Crei dialoghi infiniti nella tua mente che però mai rispecchieranno la realtà, perché sono solo la proiezione di quello che tu vorresti che lui ti dicesse. Poi tutto tace. Lui è sparito di nuovo, come spesso accade. Il tuo cuore si placa per un po’. Tutto torna nella normalità. Ma ti basta uno scambio divertente di messaggi e ti ritrovi ad aspettare con ansia l’incontro successivo. Una telefonata inaspettata, la richiesta di un consiglio, poi di nuovo a parlare. Ti richiama per sfogarsi, per avere il tuo sostegno, tu che lo capisci bene perché siete sulla stessa barca. È forse la sola cosa che avete in comune… o magari no, ma non lo sai, non lo conosci così bene come vorresti. Il cuore riprende la sua corsa mentre la testa lo frena. Ti sciogli i capelli, ma leghi le emozioni; la tua è una regola ferrea: mai possono trasparire. Non siete mai soli, ma è meglio così. Ti confonde un po’ stare a tu per tu con lui… non sai mai che cosa dire o fare e spesso ti imbarazza guardarlo negli occhi… hai paura che lui sappia leggerci dentro. E allora orienti le discussioni sulle solite banalità e sui luoghi comuni per non rischiare far trapelare quello che senti. Ti vuoi convincere che non funzionerebbe per non rimanere delusa; ti vuoi convincere che sei tu a non volerlo perché sei sicura che sia lui a non volerti. Tante allusioni sono state fatte in passato e le battute si sono sprecate. A lungo tu sei stata un libro aperto su cui si poteva benissimo leggere, se non l’interesse, quantomeno la tua non indifferenza. Eppure niente è successo, niente è stato detto o fatto perché qualcosa nascesse. Ed eccolo qui, di nuovo, questo sentimento di attesa e speranza, che ti attanaglia lo stomaco e ti toglie a tratti il respiro, per qualcosa che intensamente vorresti ma che sai non accadrà mai. Il tuo sguardo ancora indugia verso di lui; lo guardi parlare, lo guardi muoversi, e si abbassa quando anche i suoi occhi incrociano i tuoi.