Sento la voce della mia solitudine di Angelo Francesco Anfuso

Un tenero profumo di pioggia
inonda la mia abitazione.
Soave fragranza per le mie narici.
La pioggia è cessata, e il tempo
del risveglio è iniziato.

Mi affaccio dalla bifora della stanza accanto,
un debole cinguettio di rondinelle si ode nella piccola vallata,
ed io, volgo il mio sguardo al cielo e sento la tua voce.

Il vecchio ulivo ormai bagnato dimora sempre al suo posto,
con le sue meravigliose fronde
che sovrastano sovrane su quanti in
lui hanno trovato riparo.

Vedo, su nel cielo
un arco colorato, che da oriente
si eleva come una Turris Eburnea al cielo.

Lo stesso profumo, la stessa torre,
lo stesso riparo, lo stesso ulivo,
di quel meraviglioso giorno, ma
tu non ci sei nemmeno oggi.

Lacrime sono mio pane giorno e notte,
mi chiedo : “dove sei? O mio amore e mio tutto”

Trascorre il tempo,
l’arco svanisce e la natura inizia ad intonare
il suo canto notturno: scende la sera e
tace il creato.

Mi assale la nostalgia,
mi chino il capo tra le mie braccia
e spero che tu possa ritornare.

Quante volte ho pianto e Tu
ero lì, pronto a tergermi le amare lacrime,
o quante volte ho gridato al cielo
perché mi ascoltasse,
e tu ero lì a sentire la mia inconfondibile voce.

Mi nutrivo della tua parola,
assaporavo il tuo verbo, il tuo
respiro per me era nutrimento e
il tuo calore mi dava vita,
Tu eri la mia forza, la mia
unica forza, la mia unica ragione,
il mio unico baluardo.

Adesso, imploro il cielo
affinché ascolti la mia orazione
o forse il mio lamento,
e spero che questo sia solo
un brutto sogno.

Voglio cantare
al calar di questo giorno,
la mia crudele sorte.
Sono solo! Sento ancora la tua voce
infelice,
ormai la mia vita ha
cessato il suo percorso.

Abbracciami ancora una volta,
non lasciarmi ancora nella pazza
solitudine di questo mondo assai crudele,
e non permettere al destino
di farmi preda di questa atroce vita.

Tendimi la mano dall’alto,
dove oramai Tu risiedi.
Ascoltami ancora una volta,
da te voglio volare.

Doppiamente crudele
è stata per me la vita.
Mi ha ucciso strappandoti
alle mie braccia e ora continua
il suo demoniaco gioco, trovando gusto
a farmi sentire solo.

Che vita è la mia senza di te,
ora in questo giorno in cui tempi
orsono, sotto le fronde di quel benedetto ulivo
io ti amai, e in te mi abbandonai.

Mio Dio, prendimi!
Ricongiungimi al mio amato.
Io sento il suo pianto,
mi è vicino sempre.