La scala dei ricordi di Monica Pasero

Passi lenti i miei, scanditi ad ogni battito di cuore avanzano verso il passato.
Con calma innaturale scendo giù per la lunga scala. Quanto tempo è passato penso. Discendo lentamente quei gradini, dimentica del perche io sia qui solo ora.
Il buio avvolge ogni mio senso. Tutto intorno a me non ha contorno, il nulla ne fa da padrone anche se è sol mascherato, basterebbe un’imposta aperta, una luce fioca per svelare e far fuggir le mie paure, riportando ogni contorno alla sua realtà. Ora però quel nero tetro ricopre ogni cosa e luce non v’è in questa mia discesa.
In fondo nell’oscurità si celano ricordi d’anni lontani, mi abituo al buio ormai dentro e fuori me, l’udito e l’olfatto mi indicano la strada. I gradini scricchiolano al mio passaggio un inquietudine mi vela il cuore, ma profumi dei tempi passati mi trasmettono nuova serenità, riportandomi alla mente quei giorni trascinati via dal tempo che inesorabile non ferma la sua corsa. Profumi di vino, di mosto mi rammentano i giorni di vendemmia, quando la vita s’inebriava di valori e gli occhi dei mie cari s’illuminavano di gioie genuine donate dal duro lavoro.
Proseguo, ma sbatto contro qualcosa. Un dolore sordo pulsa sulla mia caviglia, afferro il colpevole di tutto ciò un barattolo si è un barattolo intravedo a malapena il tappo è una vecchia composta, con le mani sento la polvere che lo ricopre e l’odore forte di muffa che lo avvolge. Ripenso a mia nonna nel suo sbucciar con pazienza la frutta e poi il profumo che alleggiava in quelle liete ore, dove ancor bambina vivevo la serenità di quei tempi.
La mia discesa volge al termine ,presto sarò giù da quella buia scala, potrò cercar l’interruttore che illuminerà ogni mio ricordo,anche l’ultimo gradino è fatto, ecco premo il tasto ed una vecchia lampadina illumina la cantina dei nonni. Quanti ricordi, gli occhi si riempiono di gioie dimenticate. Mi rivedo con i mie codini il buffo abito a fiori e mani che stringono le mie mani rugose e vive più che mai quelle dei mie nonni.