L’altra me di Alessia Cutrufo

Quella strana sensazione di non percepire più il proprio corpo, di riuscire a venderlo semplicemente perchè non lo si riconosce più come proprio.
Inizia a capitare quando guardandoti allo specchio, mentre ti vesti, è come se guardassi una tua amica farlo…. e ciò che pensi è solo…..io non sono così….
Si, forse è quello il momento in cui capisci che è arrivato il momento di arrendersi alla realtà.
Una prigione…ecco cosa diventa il corpo e l’unica cosa che ti interessa è creare degli sfregi su quell’involucro…per dimostrare a te stessa che l’esterno non può più ferirti….
Dopotutto per quanto si impegnino possono ferire solo quella specie di scatola che mostri all’esterno.
Vedi gli occhi degli altri posarsi su quel corpo, desideri solo che se lo prendano, che vogliano solo lui e non ciò che c’è dentro.
E cerchi la loro mano, la loro voglia, perchè in quel modo non devi mostrarti….
Mostri quella parte di te che loro desiderano…. li rendi felici, non ti chiedono altro e tu non potresti nemmeno darglielo….o forse non vuoi darglielo…chissà. E mentre per un secondo ti giudichi per ciò che hai fatto, comprendi che è stato solo un modo per dimostrare a te stessa che potevi farlo, che quell’involucro poteva proteggerti, che donando (o vendendo) lui, tu eri salva.
Salva da quella te che esce quando qualcuno vuole entrare, quando qualcuno ti chiede come stai.
Perchè non tacete? È un corpo che volete no? Tenete, prendetelo…. non è più mio e forse non lo è mai stato….
Godete di quel corpo alla vostra mercè, mostrate le vostre debolezze, io non ne ho….o almeno….quello che vedete e volete non ne ha.
Potete toccare la pelle, anche ferirla, ma le lacrime non usciranno perchè ciò che vi do non sono io.
Questo è ciò che pensi quando ti fermi e davanti allo specchio vedi te stessa….
L’alternarsi di te e di lei…quel tuo non riconoscerti più, quel tuo cercarti in quei pochi occhi che non si fermano, che cercano di scavare anche se spesso sei tu a bloccarli….