Io sono così di Nadia Milone

La maggior parte delle persone pensa che io sia una persona buona, tranquilla, generosa… Forse un po’ lo sono, ma loro non sanno cos’ho dentro. Quasi nessuno sa cosa si prova quando ti assale quell’inquietante senso di angoscia che ti blocca, il sentirsi inadatta a qualsiasi cosa, sempre fuori posto, come un soprammobile ingombrante che non serve a nient’altro che catturare polvere. Cosa significhi aprire il frigorifero a metà della notte solo perché non si riesce a dormire e ingoiare qualsiasi cosa ci sia a portata di mano, illudendosi, poi, di stare meglio. Essere come una bambina viziata davanti ad un barattolo di nutella, ingozzarmi e finirlo in dieci minuti, poi guardarmi allo specchio e piangere, piangere finché non mi fanno male gli occhi, perché quella che vedo riflessa non sono io, è solo un corpo senz’anima, ormai.
Non riesco ad accontentarmi di ciò che ho. Odio la mia vita, non mi piace, non mi soddisfa, allora esploro il mondo fuori e scopro cose che mai mi sarei aspettata di trovare. Un clic ed entro nel web, una connessione che mi salva la vita, un appiglio che non mi fa cadere nell’abisso. E lì ci sono i miei amici, le mie soddisfazioni e tutto ciò che, per qualche ora, mi rende felice. divento un’altra persona perché riesco ad esprimere me stessa, in qualche modo. E poi c’é quella persona, in particolare, che mi sa comprendere più di quanto lo abbiano fatto tutti gli altri nel corso della mia vita. Quell’angelo speciale che mi sa regalare attimi di spensieratezza, follia e felicità, che sa farmi sentire bella, anche se non lo sono, che riesce a farmi sentire appagata anche senza montagne di cioccolato davanti agli occhi e che da un semplice messaggio riesce a capire se io sia triste o felice, davvero non so come faccia… E allora mi lascio andare, parlo, piango e sorrido da dietro al monitor, sapendo che lui farà lo stesso, dall’altra parte.
Forse sarà sbagliato, non lo so… Forse mi dovrei sentire sporca e in colpa per questo, ma proprio non ci riesco. No, non voglio, perché se per qualche ora riesco ad essere la donna che vorrei vedere riflessa in quello specchio, allora vale la pena rischiare. ma poi il pc si spegne ed io ritorno quell’essere insignificante e privo di importanza che fa da sfondo alla vita di tutti gli altri, ma almeno il mio pensiero non è lì, soffocato dalla polvere delle mie giornate, ma è insieme a chi è riuscito a farmi riemergere dal fondo.