Pieghe segrete solcherò lieve
scivolando nel tuo abbandono
sarà piuma d’un angelo perso
a squarciarti clitoride veglia
sulla lama di un netto confine
annegandomi senza ritorno
Fra suoni ancestrali di risacca
immergerò il mio viso nel mare
bevendo del piacere le onde
increspando lo sguardo nel sale
sui dischiusi petali vermigli
– umidi a specchiarsi nel riflesso –
labbra che fagocitano labbra
lingua a demolire resistenza
ovattati sussurri d’un nome
cosce di cera a serrarmi udito
– roco tuo scalfire di parole
cercando nell’aria le vocali –
– e graffierai goffa la notte
nel feroce inarcarsi dei fianchi
annaspando pelvici sussulti
fra smorfie disegnate d’apnea –