Lo specchio di Vito Nomade

La prima volta che ci sono passato davanti, ieri, non me ne sono accorto.
Vuoi la fretta o la sbadataggine e poi, in quell’angolo, c’è sempre così tanto buio.
Poi, poche ore fa, mi sono fermato un attimo a guardare se potere mettere una lampadina più potente e, girandomi verso lo specchio, mi è venuto un colpo.
Non ero riflesso!
Ho atteso qualche istante per vedere se magari fosse un effetto ottico, dovuto appunto dal chiaroscuro della zona, ma niente da fare; io non c’ero.
Eppure, cazzo, peso più di 130 chili e sono alto un metro e novanta, quasi, ma non c’ero. La mia immagine non era riflessa.
Dopo un attimo di sgomento mi è venuta in mente la soluzione più ovvia: appoggiandolo alla parete per trovare la giusta posizione, l’ho pulito male e gli aloni – sempre con la complicità del buio – non fanno vedere bene. Basta avvicinarsi un poco.
Niente!
Il tavolino accanto, in effetti, si vede anche dallo specchio. Ecco Teo, il mio cucciolo di pastore tedesco, che mi passa dietro incurante del mio problema.
Chiamo Lei e le chiedo di venire un attimo: per favore!
Arrivo, dice, ma intanto io continuo a non riflettermi. Provo ad appoggiarmi alla superficie con tutto il corpo, diventando una pellicola aderente e un po’, lo ammetto, mi sento scemo, ma ho come un inizio di paura.
Mi rendo conto, solo i quel momento, che Teo non si è fermato a farsi fare due coccole sulla testa come al solito. Ma allora non esisto… mi torna in mente una canzone di Guccini dove spiega che la sua paura davanti allo specchio e di vedersi vecchio, ma io no. Io ho solo… bè “solo”… io ho quasi 49 anni e devo ammettere che ogni tanto alla morte ci penso.
Lo faccio quando Lei non c’è, oppure se sento mia madre e mio padre in crisi perché sono lontani. Mi capita spesso, lo ammetto, ma molte più volte quando Lei non è con me. Ma perché non arriva. La richiamo.
La paura comincia a farsi strada e mi appoggio ancora di più allo specchio che, adesso, lo sento lamentarsi sotto il mio peso.
Ma allora sei vivo, bastardo di un vetro malfatto con dietro una pellicola opaca per farti riflettere! Ma allora sei tu che ce l’hai con me!
Cosa ti avrei fatto, dimmelo?!
Ok, ti ho portato via da una bettola malconcia e ti ho messo in questo angolo scuro; ma forse ti ho già fissato alla parete? Forse ti senti già inutile perché tu rifletti solo la bellezza?
E allora fallo! Aspetta che arrivi Lei e vedremo se davvero rifletti solo bellezza!
Sì perché lo sappiamo vero che Lei è bella! Lo sappiamo entrambi che Lei è la mia vita e la mia anima, vero? Lo sai anche tu già oggi, dopo un solo giorno in questa casa?
Ma bravo il mio specchio nuovo! Allora fammi vedere se davvero la rifletterai quando arriva!
Eccola! Finalmente!
E mi scopro ad urlare contro lo specchio inerme, che riflette solo cose belle. E quando Lei si avvicina, eccola; riflessa e bellissima come il primo giorno che l’ho vista… Lei non capisce, ma si spaventa un pò e mi abbraccia, vedendomi sudato e affranto e incazzato contro questo maledetto specchio che non…
Ma… ma come? Adesso ci sono. Mi vedo riflesso e finalmente capisco.
Mi ci vuole Lei per farmi stare bene, Lei con il suo amore. E l’amore è una cosa bella.