Stralcio del libro “Una donna come tante” di Adrena (Maria Capone)

Che gioia sentirti scalciare! Tutto a posto quindi? Bene.
Oggi ci aspetta un bel po’ di lavoro, dobbiamo uscire, comprare le tempere colorate e disegnare il muro della tua stanzetta.
Avevo pensato a due enormi pesci posti uno di fronte all’altro immersi in una marea di bolle dal celeste più chiaro al blu più intenso al verde cobalto. E le alghe, i cavallucci marini, le stelle di mare, le conchiglie…
Che cosa ne pensi? Se sei d’accordo, tirami un calcetto ma non farmi troppo male eh…
È bellissimo sentirti nuotare e soffermarmi a parlare con te tra mille carezze.
Mi chiedo spesso se tutte queste carezze che faccio alla mia pancia ti arrivino sotto forma di vibrazioni o di non so che cosa.
Ho paura che non avrò mai una risposta…
Non vedo l’ora di averti qui, di portarti incontro al sole, di farti conoscere il mare.
Ogni volta però ho una percezione strana… è come se tu già conoscessi il mare. Forse perché ti ho sempre detto che altro non è che un sacco più grande di quello dove vivi con un sapore diverso.
No, non è solo questo.
La sensazione che ho quando vado al mare è che tu voglia assolutamente immergerti con me tra le sue acque per vedere attraverso i miei occhi, per sentire il suo profumo attraverso il mio naso.
Sento che il momento è vicino… presto ti avrò tra le mie braccia.
Bambino mio, a volte durante la mia attesa, ho avuto paura di questo momento, presto ti staccherai dal mio corpo per affacciarti alla vita e io, da quel momento in poi, dovrò dividerti con il mondo. Come potrò abituarmi a vivere di nuovo, da sola, senza te dentro me?
A proposito abbiamo deciso che ti chiamerai Andrea a prescindere se tu sarai un bambino o una bambina, sia io, sia tuo padre, non abbiamo mai voluto saperlo.
Chissà se ti piacerà…
E chissà se ti piacerò… Posso dirti soltanto che sono certa che non cambierò mai e che tu imparerai ad amarmi e odiarmi contemporaneamente.