Chi odo? di Regina Re

Sento soltanto rumori ovattati e vociare di sottofondo, a volte un interminabile silenzio che viene squarciato dallo sbattere di una porta che si chiude, o si apre…non so
Mi hanno detto che ero nato per fare qualcosa di grande, che ero stato forgiato per durare in eterno, la mia forza e la mia resistenza sarebbero state le mie carte vincenti, la bellezza non avrebbe contato nulla
Ho atteso con ansia il giorno in cui mi avrebbero testato e mi ero lucidato per quell’appuntamento e proprio per la sicurezza che avevo comunicato fui scelto
Ero orgoglioso di quel ruolo, quando si è fatti in serie di solito vieni comperato in un pacchetto e chiunque può essere scelto
Nonostante la mia inesperienza e la mia paura di non essere all’altezza giusta in quella parete immacolata, avevo detto a me stesso che ce l’avrei fatta
Ho fatto tutto, tutto ciò che un chiodo può fare
La situazione dentro è statica, un chiodo è fermo nel suo muro
Il problema è la sua testa che ascolta
un chiodo pensa e pensa che la giornata non è mai finita
La sua giornata è resistere al quadro, alla cornice, ad altro
L’altro è lo sguardo ti chi ti tiene sott’occhio
Se il quadro cade non è colpa del muro
E’ colpa del chiodo che non è nessuno
Io sono un chiodo anomalo e vivo nel muro del silenzio
Chi odo mi osserva perché non sono ancora caduto
Attento tu con il martello, pronto a sferrare l’ennesimo colpo
Prima o poi sbaglierai il tuo tiro
E oltre a crepare il muro
Ti creperai pure il dito