Storia di un libro mai scritto di Gianluca Frangella

Ora tutto tace, c’è chi legge, chi sogna, chi dorme, chi balla in discoteca, chi fa l’amore. E tutto tace. Tu dove sei ora? Forse sei davanti al portone e stai salendo le scale di casa, fine della serata. Forse appoggiato su uno scalino trovi un libricino, lo prendi, lo guardi. Non è tuo lo sai, qualcuno lo avrà perso senza accorgersene. Lo posi sullo scalino, ma poi ti guardi intorno e forse pensi sia il caso di lasciarlo sulla buca della posta. Lo apri e leggi “Sono qui per te. Sono il tuo libro, la tua seduzione mentale, il tuo desiderio nascosto”. Troppo ridicolo come inizio, forse un poco presuntuoso, ma la curiosità di scoprire c’è. Nell’ingenuità di poche parole, si cela la curiosità di donna che è il tuo dono. Lo tieni, lo porti con te. Lo guardi mentre apri la porta di casa, forse dovresti ridarlo al legittimo proprietario. La porta è aperta, accendi la luce nel soggiorno. E’ vuoto. C’è silenzio. Apri di nuovo il libro e continui a leggere “Non mi credi? Allora perché esiti? Ti basta lasciarmi dove mi hai trovato. E’ semplice, molto più semplice di quel che pensi. Ma nulla può cambiare il fatto che io sono qui per te, che sono la tua seduzione mentale”. Richiude il libro. E’ impensabile che si possa leggere un qualcosa di così assurdamente infantile. Eppure, seppure è nel tuo dovere, restituire quel libro, ti chiudi dietro la porta pensando che domani potrai sempre riposarlo dove lo hai trovato. Giusto una notte con te, una sola notte. Solo una notte per capire di cosa sta parlando.
Ora sei nel tuo soggiorno, poggi il libro per disfarti dei tuoi abiti. Il cappotto sull’attaccapanni, le scarpe le sfili e le lasci accanto alla porta. Cammini scalza fino al divano portando con te il libro, ti lasci cadere. Richiami a te le gambe, ti massaggi i piedi, e continui a leggere.
“Come sei bella nel tuo vestito nero. Hai un corpo che mi seduce i sensi” e sorridi, nel notare il tuo vestito nero scivolare su dolci lineamenti. “Si. Sto parlando proprio di te. Di te e del tuo neo sul collo” ti sfiori “Ti stai sfiorando” ti fermi “ma non ti fermare, ti prego, forse è solo una misera coincidenza la mia. Ma io continuerò a parlare di te”. Distendi le gambe. L’inchiostro nero su fogli bianchi assumono nella tua mente un senso indistintamente umano, caldo, e ti abbracciano i complimenti. Ti senti sola probabilmente, o forse poco attraente, come accade a molte donne, ma non per questo dovresti lasciarti andare a poche parole di un libro. Eppure lui è lì, tra le tue mani, e ora lo riapri per continuare a leggere.
“Sapresti immaginare le mie mani sul tuo corpo? Ebbene io ti sogno da sempre, ti scruto, ti immagino, ti vivo, ti respiro. Il tuo profumo. Sento il tuo profumo propagarsi nella stanza” di colpo chiudi il libro, ti guardi intorno. Non c’è nessuno intorno a te, sei sola. Sei tu e quel libro. Non c’è alcun titolo, non c’è autore, non c’è quarta di copertina. In questo istante una gamba si distende sul divano e la tua mano si accarezza. Ti guardi mentre istintivamente la mano risale il ginocchio e solleva il vestito fino a mezza coscia. Ti fermi, riapri il libro. Leggi.
“Sei sensuale. La sensualità è la virtù di una donna. C’è femminilità nei tuoi gesti. Perché ti sei fermata? Perché hai frenato l’istinto? Mostrami di più, ho voglia di sedurti per dissetarmi l’anima di piacere. Sono le parole del tuo desiderio più nascosto, sono il tuo eros più profondo. E tu non ci credi che parlo di te, ma vorrei tanto tu provassi a fidarti. Continua ad accarezzarti”.
Lo so, è strano a dirsi. Eppure è così. Rileggi le parole, ma non cambiano, sempre le stesse. E l’idea di un occhio indiscreto che ti guarda accarezzarti, ti eccita. Ti senti spiata nella tua intimità. Così, per curiosità, continui a risalire la coscia sollevando il vestito fino a mostrare il ricamo dell’intimo. “Bianco. Il candore del bianco sulla tua pelle abbronzata. I miei baci, le mie carezze, il mio respiro sono lì, sulla tua gamba. Mi senti? Le mie mani sono le tue , mi muovo attraverso te. Posso sentire la tua pelle scivolare sul palmo. Posso sentire la tua morbida coscia sotto le mie labbra. Posso sentire il tuo profumo, e odo il tuo respiro ansimare”.
Ora ansimi. Costretta ad arrenderti, richiudi il libro e ti copri la gamba. Ora basta. Questo è troppo. Ti copri e riapri il libro.
“Perché? Perché mi privi di tanto piacere? Potessi esser lì, su quel divano al tuo fianco! Vorrei baciarti la caviglia, massaggiarti il piede. Lasciati andare, mentre ti spoglio di tanta paura. Lasciati rivestire di sicurezza, di serenità. Sei così bella. E i miei baci no, non li fermare. Dammi la mano, lasciala guidare di nuovo lungo la coscia, lasciala svestire fino al piacere”. Ora cosa succede? La tua mano è risalita e la tua coscia è di nuovo spoglia.
“Sono qui, lungo le tue gambe”. Tu le allarghi leggermente. “Sono qui, vicino il tuo sesso. Sento l’intimo sfilarsi” La tua mano si posa sul pube. “Sono qui, sono le mie dita che senti, ed è la mia lingua ad accarezzare le tue labbra roventi” Le tue mani sfilano l’intimo. “Lo senti il piacere? Senti il mio respiro sul tuo corpo? Sento il tuo sesso bagnarsi, e il godimento scorrermi sulla lingua” Ti tocchi. “Come sei bella, scusami se mi ripeto, mentre ti penetro dolcemente e continuo a leccare il tuo sesso” La tua mano sfiora il clitoride. “Ora sto risalendo il tuo corpo, sento il tuo seno sul palmo della mano” Una gamba si piega verso il petto, e si allarga. La mano è sul pube, vorresti reagire, arrenderti non è facile, richiudi le gambe e stringi con forza la mano, come per fermarla. Ti volti su un lato “Come sei attraente quando mi resisti. Il tuo corpo è rigido, il tuo seno sodo. I capezzoli si sono induriti dal piacere, i muscoli si contraggono. Distendi le tua gambe, sconfiggimi, resistimi, ma io sono la tua seduzione mentale” Le tue gambe si allungano, i piedi si stirano, senti fremere il piacere, il desiderio invadere la tua mente. Ti rigiri, provi a ribellarti, ora sei di nuovo con le gambe aperte e la mano nell’intimo tocca il clitoride.
“Sono qui, sono qui sul tuo seno, mentre la lingua gioca a sedurre i capezzoli, prima uno poi l’altro. Afferrami forte la schiena. Senti salire l’orgasmo, lascialo scorrere nelle vene, e non frenare l’atto della passione. Penetrare” Un gemito fuoriesce dalla bocca. “Penetrare. Lasciami entrare dentro di te” Altro gemito, e non puoi evitare di toccarti. Scagli il libro in terra, lo rialzi, lo sfogli, e intanto ti tocchi. Provi un immensa sensazione di purezza, di sublime trasgressione, e di voglia. Ti tocchi e ti contorci. I gemiti diventano più acuti, non li sai più gestire, non ti sai più gestire, fin quando col fiatone il tuo corpo cede. Respiri guardando il soffitto. Gli occhi sbarrati, l’espressione seria. Affannata ti volti lentamente, raccogli il libro dal pavimento. Lo apri e ti accorgi che tutte le pagine di quel libro, sono bianche.