Sam di Adriana P. (estratto)

“Non ci mise molto a farle salire il primo piano di scale, mentre continuava a giocare con la lingua nella sua bocca, e ancora meno tempo impiegò a toglierle di dosso quella sola tunica che ancora portava: la spinse sul letto, in quella grande stanza, e si fermò a rimirare ogni angolo della sua bellezza, sospirando estasiata ad ogni occhiata. Pensò a cosa avrebbe voluto farle, in un attimo di indecisione: avrebbe voluto sfiorare il suo corpo, nella sua interezza, con la punta della lingua e assaporarla lentamente, godendo e gioendo del suo gusto, eppure avrebbe anche voluto possederla, stringerla, passionalmente, velocemente, per respirare a pieno il suo piacere. Si avvicinò al letto, decisa ormai a comportarsi come il suo corpo e la sua mente in quel momento le chiedevano, e, sentendo il suo cuore battere nel torace all’impazzata, le strinse i seni, quel tanto che bastò a far sussultare la sua amante: avvicinò la bocca e morse prepotentemente prima uno e poi l’altro capezzolo, gustando il loro dolce sapore. Non poteva resisterle, non poteva attendere ancora oltre: voleva vederla fremere di piacere per lei, in un orgasmo così intenso da non poterlo dimenticare. Anche Sam si spogliò, velocemente, e tornò a stringerle il florido seno, mordendole i dolci capezzoli: i loro caldi corpi, iniziarono a muoversi, fregandosi e sfregandosi, uno contro l’altro, in un movimento continuo, ripetitivo e sinuoso. Non si conoscevano, eppure si desideravano. Non si conoscevano, eppure si stavano dando ciò che desideravano. E più Sam la stringeva più lei fremeva; e più Sam la mordeva più lei si eccitava. E quell’eccitazione, tra le sue gambe, non passava inosservata a Samantha, che bramava nel conoscerne il sapore: fece scivolare la sua bocca lungo la pancia e i rotondi fianchi, baciandoli e lasciandoli umidi al passaggio delle sue labbra, e arrivò a quel pube di un colore castano chiaro, leccando dolcemente il centro del suo piacere. Al passaggio sentì la sua lingua bagnarsi della sua goduria; sentì i suoi muscoli inguinali contorcersi, chiedendo ancora di essere stimolati. Samantha lasciò libera la sua lingua di lambire e libere le sue labbra di baciare con passione ed insistenza quel piacere e quella goduria, di entrambe. La lingua si insinuava a conoscere la nuova amante, in ogni suo dettaglio, e tentennava ad attimi alterni nel volerla conoscere ancora, più approfonditamente. Lei fremeva, sospirava, si contorceva ed, eccitata, amava: donandosi completamente a chi ancora non conosceva. Eppure già si fidava: il corpo intriso di umori si concedeva, si fidava, e godeva. Quand’ancora Samantha stava nella sua intimità, un piacevole urlo squarciò il silenzio venutosi a creare nella notte. Quand’anche Samantha iniziò ad esplorare col tatto la provenienza di quell’amplesso e le sue dita ad accarezzare quel pube color castano chiaro, un altro estasiato urlo percosse le pareti. E più il letto si bagnava di piacere, più Samantha era desiderosa di darne; e più lei si eccitava più avrebbe voluto dar piacere a Samantha. Quando riuscì a metterla sotto il suo corpo, Sam scoprì le più focose voglie della sua nuova amica: la voleva possedere, forse anche troppo violentemente, eppure tutto questo la stava facendo godere come mai le era accaduto. Sentiva le sue mani e le sue labbra muoversi lungo il suo corpo e, come se fosse in uno stato di trance, lasciava che lei facesse ciò che più desiderava, senza alcun freno inibitore, che invece era subentrato in molte altre circostanze: sentiva di voler ricevere in eguale modo il piacere regalato e, stranamente, più i suoi sensi si perdevano negli amplessi, più voleva perdersi; più sentiva lei pervaderla e invaderla, più la voleva in sé a colmarla.”