Questione di punti di Regina Re

Il punto è quel piccolo essere che puntualizza, da solo può significare soltanto se stesso, vuole dire che c’è qualcosa che esiste, magari puoi vederlo meglio con una lente di ingrandimento e scoprire che ci sono miliardi di esseri in quel minuscolo contesto.
Il punto è anche la fine e il nulla dopo la fine o la fine del nulla e l’inizio di tutto, il punto è un neo che ti caratterizza anche se non fa parte del tuo carattere. Il punto e i suoi simili insieme sono fiato sospeso, sono spazio all’immaginazione, ti lasciano la piena libertà di continuare a respirare e la possibilità di sognare per un istante…sino a quando le parole si impongono a riportarti alla vita reale.
I punti non mi amano ed io li snobbo ma sono proprio le cose che non amo ad affascinarmi più delle altre.
Troppo facile capire chi ti capisce…non hai proprio tanto da capire.
I punti di vista sono quelli più gettonati, ognuno reclama il suo perché con un microfono in mano si ricorda che sa pensare e le luci puntate danno coraggio e, per un istante, c’è un momento da star per tutti noi: “Vai, è il tuo momento, colpisci con il tuo tatento!”.
Se hai cinque minuti di tempo per descrivere te stesso è come se avessi una pistola puntata alla tempia, è una questione di vita o di morte, no…non puoi sbagliare altrimenti quei mille punti che ti sei guadagnato con la tua voce studiata allo specchio e il tuo sguardo ammiccato…aimé cadranno miseramente come il tuo bel pantalone sopra quel calzino bianco.
Ma quando le luci si spengono il nero che circonda appare come una macchia infinita di incontabili punti. E’ li che mi piace strisciare, nel silenzio dei presenti troppo presi ad ascoltare, tra i loro calzini nascosti sotto i pantaloni, tra i completi intimi assolutamente fuori moda, tra fiori e righe che ti farebbero inorridire…
Ma oggi chi si cura del tono? Ci si dà un tono ma i colori si lasciano al caso.
E’ un caso la moda perché anche se ne sei fuori ci rientri prima o poi, non buttare e non gettarti perché anche il vecchio è sul mercato e qualcuno prima o poi può ripescarti. Eccola lì, me la ricordo quella tipa in un’aula, quel giorno di prova davanti la telecamera. Vendersi in cinque minuti, impresa assai ardua, c’è chi si prepara una vita e chi invece la vita se la prepara in cinque miseri minuti.
Ciò che disse passò inosservato ma è ciò che fece che lasciò di sasso.
Il sasso è un punto forte che ti lascia un segno, sei stato colpito ma quando il tuo segno è sparito arriva il momento di dare il benservito.
Ciò che fece quella tipa fu tutto ciò che non si doveva fare ma lo fece talmente bene che passò quell’esame…
Un’opportunità all’orizzonte appare un sogno di fronte alle tante minacce , tra te e il sogno un insieme di punti, alcuni li vedi perché sono forti, gli altri restano nell’ombra, silenziosi….nascosti…
La tua forza si misura in punti che nessuno ti dà alla cassa quando paghi…striscia dentro te stesso e, alla fine, ti venderai.