Brano tratto da E come diceva sempre mia nonna di Monica Pasero

Caro diario, finalmente posso scriverti. Anche oggi davanti alla lavagna mi sono bloccata, quasi pietrificata di fronte allo sguardo della maestra, e non sono riuscita a spiccicare parola. Anche le cose più semplici si sono confuse in un turbine di nozioni e il mio cervello è andato in tilt. Ti è mai successo? Beh, a me capita spesso. E poi quelle fastidiose risatine simili a piccole punture di zanzare, hai presente? Nel mio caso vengono fuori dalla bocca di chi ha tutto dalla vita e pensa che, essendo nata in una condizione economica agiata, nel pacco dono ha l’intelligenza compresa e inculcato nel cervello il “so-tutto-io”: un morbo che colpisce soprattutto i ceti alti della nostra società che, potendosi comprare quasi tutto, pensano che anche il sapere sia inserito nella carta di credito.
Etcì! Il morbo del “so-tutto-io”! Da quanto tempo è che non lo sentivo nominare! Lo avevo inventato per appiopparlo a persone con la puzza sotto il naso e incapaci di amare. Chi è che nella propria vita non ha conosciuto qualcuno colpito da questo morbo e meritevole di diventare un ottimo bersaglio da prendere a torte in faccia? Beh, io la conoscevo una così: era una mia compagna di scuola e si chiamava Amanda.
Caro diario, Amanda è insopportabile. Il suo nome è già sulla lista delle cocche della maestra. Poi, come se non bastasse, lei ha tutto, ma proprio tutto: i boccoli più biondi, il nasino più all’insù, i due più grandi e bei occhi verdi che io abbia mai visto. Anche Luigi, quando la vede, resta incantato e diventa tutto rosso: mi sa che anche lui è innamorato, ma non di me. La verità a volte fa male, ma lei è proprio bellissima a vedersi. Veste sempre secondo la moda e ogni giorno ha con sé una Barbie diversa da abbinare ai vestiti, alle calze, alle scarpe, alle felpe e ai jeans, tutti rigorosamente firmati Barbie.
Vidi dal baule spuntare la mia vecchia Barbie. Sorridendo mi ricordai che a quel tempo ero quasi certa che Amanda avesse stipulato un contratto con la Mattel a scopo pubblicitario.
Caro diario, a me piacerebbe avere una Barbie, ma costa troppo; però ho una sua sosia, quasi bella come quella vera. Nonna mi cuce i vestitini e io e Giorgia la facciamo sfilare e immaginiamo come saremo da grandi.
Strinsi quel tesoro ritrovato al petto e una risata mi riportò indietro nel tempo: mi rividi giocare con Giorgia. Certo la natura non era stata tanto buona con noi!
Eh sì, è proprio così: noi eravamo già sfigate in partenza e ora sono sicura che le modelle non avremo potuto proprio farle. Non eravamo certo due fuscelli: al massimo due fustini formato famiglia! Valentino e Armani non ci avrebbero mai preso in considerazione! Forse una Elena Mirò… ma comunque avremmo avuto molte più possibilità di vincere alla lotteria!
Mi sa, caro diario, che non faremo mai le modelle: ad ogni modo non bisogna mai abbattersi ma, al contrario, si deve guardare avanti! Come Amanda che, a furia di guardare avanti con il suo bel nasino all’insù, un bel giorno inciampò e quel suo delizioso naso si ruppe. Non bisogna mai, e dico mai, gioire sulle disgrazie altrui, chiaro? Almeno è quello che ripeto sempre ai miei figli, ma a quel tempo ricordo che mi feci delle grasse risate per la sventura della mia compagna. Comunque, amico diario, la sua linguaccia continuò a funzionare perfettamente e a sputare veleno su di me, sul mio aspetto, come dire, poco in e molto out.
Amanda non sapeva che la vera bellezza fosse nell’anima, almeno così diceva don Mario. Poi nonna a questo proposito aggiungeva sempre: ‘Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace!’ Quante volte me lo ha detto e ripetuto! Anche perché non è sempre facile accettarsi e non lo è nemmeno adesso.
Eh, l’aspetto fisico non è tutto nella vita, ma se ti manca sei fregata, e questo è un dato di fatto! Allora bisogna correre ai ripari con la dieta! Niente cioccolato, niente pizza, niente patatine, niente di niente. Ah! La mia prima dieta l’ho sperimentata in V elementare, quando la mia dolce maestra è andata in pensione e al suo posto è arrivato una specie di “colonnello dell’esercito”, senz’altro cresciuto in caserma. Capii che era una maestra dalla sua gonna a scacchi rossi e blu, perché il resto della sua persona rendeva ambigua la sua identità. Mi ricordo che tutte le mattine, se nelle altre classi era buona regola fare l’appello e recitare la preghiera, nella mia vigeva l’ispezione mattutina. Tutta la classe era sugli attenti e un «Buongiorno, signora maestra!» usciva in coro tutto di un fiato.
Allora si procedeva con l’ispezione. Lei passava tra i banchi e nella mia testa si accavallavano mille pensieri: ‘Mi sarò lavata bene i denti? Le unghie saranno ben pulite? Oh mamma! I capelli saranno abbastanza in ordine?’
Ma le mie preoccupazioni erano immotivate perché l’unica cosa che lei notava erano i miei chili di troppo e da allora i miei sacchetti di patatine al formaggio venivano regolarmente sequestrati dal “colonnello” con la frase di circostanza che sentenziava: «È per il tuo bene.» Io credo che lei lo facesse sul serio per il mio bene, ma solo ora che sequestro le patatine a mio figlio lo capisco. Come mai le cose fatte per il proprio bene si comprendono solo quando le dobbiamo fare per qualcun altro? In ogni modo mi ricordo che le patatine sparivano magicamente nella sua borsa nell’ora dell’intervallo. Chissà se la maestra sapeva che l’abuso di potere e l’abuso di patatine possono provocarti sia problemi legali che alle arterie? Questa fu la mia
prima dieta fallita, anche perché a casa non c’era nessuno che mi dicesse: «È per il tuo bene.»
Caro diario, da quando quell’antipatica della maestra mi ruba le patatine ho iniziato a sognarla. Anche nei miei sogni si è andata a impicciare. I miei principi, le regine, i capitani e i folletti hanno sempre lo stesso volto: quello della mia maestra che mi ruba qualunque cosa mi avvicino alla bocca. Per mia fortuna la fine della V elementare è vicina.
La vecchia sedia scricchiolò e sgranchirmi le gambe mi sembrò un’ottima idea;…
e……………………………………….

Una risposta a “Brano tratto da E come diceva sempre mia nonna di Monica Pasero”

  1. Sono cіnque giorni che giro per la rete e questo sito è la prima cosа convincente che vedo.
    Davvero pregevole. Se tutte lee persone che ccreano pagine web facessero attenzіone di produrre materiale apprezzabile comе
    questo il web sarebbe certamente molto più facile da lеggere.
    Ti ringгazio.

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