Immaginare l’amore che libera di Elisabetta Bagli

Si è risvegliata in me la primavera ma non sono impazzita. Sono conscia che le mie catene dovranno spezzarsi prima o poi.
I miei palpiti assopiti e desiderosi di scoprire una nuova me stanno scoppiando dentro la mia carne, vibrano e tremano alla ricerca della felicità.
Voglio vedere le stelle che non ho mai visto, voglio che brillino per me, solo per me.
Voglio assaporare il mirto da nuovi rami, quelli nascosti tra le parole che mi dici senza capire che mi ami e che puoi dirmelo. So che non sono per te, so che tu non sei per me, ma dimmelo, amore mio. Mi stai liberando, mi stai aiutando a spezzare queste catene che mi hanno tenuta prigioniera per tanto tempo. Libera io in te e tu in me.
Se le primule sono nate di nuovo nel mio animo è perché ci sei tu. Tu il cammino che ho deciso di intraprendere, tu presenza costante ma invisibile che ha illuminato la mia vita, tu che con i tuoi baci hai reso di nuovo azzurro il mio cielo. Ma non sono altro che tenebre, nascosta dietro le ombre delle catene che sono costretta a indossare finché dovrò.
Ritorno silenziosa così come son venuta, mi inabisso nell’oscurità e nell’anonimato di ciò che non potrà mai essere. Eppure so che un giorno sarà.
Scrivo e immagino. Sono la parola scritta in un momento di rabbia, il sogno vissuto quando non c’è più vita, un bisbiglio serrato tra le sbarre della gabbia dorata dove ancora ti osservo, lontana e silenziosa in attesa di quel giorno in cui mi dirai “ti amo”.