Ascensione cosmica di Denis Cornacchia

La storia si conclude al nascere del suo componimento, tra dubbiosi labirinti psicologici e realtà parallele. Data da stabilire in un tempo inesistente ove coordinate o intercettazioni si fondono in un mistico pensiero, laddove la presenza è resa nota dall’assenza del punto luce, nel vuoto senza senso. Come un trasponder, il pensiero riceve l’impulso dell’invisibile e lo ritrasmette nel mutamento dimensionale, scavando nel silenzioso tempo contenuto nel violento sapore dell’abisso. Nella corsa ascensionale l’uomo cambia forma e in un déjà vu si riconosce vincitore, permettendo la salita verso il dogma universale che lo reca alle porte del confine limite e come un registratore, fa ritornare il vissuto all’inizio della sua nascita. L’ingresso temporale è così considerato l’ascensore ciclico assoluto che porta il pensiero a navigare su rotte multiple per mezzo di vettori digitali poli-logistici, mescolando la non materia come contenitore dell’anima all’involucro visibile che detiene il primato della presenza nell’Universo. Le forze della fisica quindi commutano la realtà in assenza di essa e la matematica diventa opinione nel frangente ascetico. La vera presenza diventa il vuoto assoluto e la materia, lo scomodo interlocutore finito. L’ampiezza dell’anima è sita quindi nell’evento della non considerazione della materia, per non creare elementi imputabili, permettendo all’ignoto di assediarsi sul trono dell’infinito silente. Un’ascensione particolare, senza direzione ne fondo, ne salita ne discesa, solo ampiezza multidirezionale, dall’esplosione all’implosione e viceversa. Tuttavia una prerogativa cosmica è proprio la complicità fra gli elementi e l’incapacità dell’uomo di rilevarne le totali combinazioni universali, dove il mondo o i mondi paralleli forse appartengono ad una scienza dimostrabile non applicabile. Inconfutabili appaiono le mutazioni genetiche millenarie nell’evoluzione in salita dove l’ascensore prende direzioni uniche senza punti cardinali di riferimento e nel contesto universale della legge della relatività, l’infinito Universo finito, assume sembianze aliene rispetto alle condivisioni accettabili.