La fermata di Gianluca Frangella

tuuuuu… tuuuuu… tuuuu….
– Pronto?
– Ciao. Sono il tipo che hai conosciuto alla fermata. Scusa l’ora, ma non ho resistito. E’ che mi manca già la tua voce. Lo so, forse sembro pazzo, ma mi sei entrata dentro in un istante. E se è vero quello che dicevi di Cupido, a me mi ha preso proprio in pieno. Ci credi ancora ai colpi di fulmine? Non rispondere ancora, lasciami parlare, non vorrei perdere il filo. Se fosse per me ti vedrei anche adesso, e sentire il tuo respiro dall’altra parte del telefono, mi fa pensare alle tue labbra che vorrei baciare. Non riappendere per piacere, non fino a che non ho detto tutto quanto. Lo so che sei fidanzata, ma se ti va puoi portare anche lui domani alla fermata. Bastassero le sue botte a farti innamorare di me, le prenderei tutte quante come fossero carezze. Che buon profumo che hai, quale usi? Lasciami indovinare: ora ci penso, e domani te lo saprò dire. Ho aspettato ore intere a quella fermata, e mai ti avevo vista in quella zona. Se sapevo che eri lì minuti prima, o minuto dopo, ti assicuro che avrei rinunciato anche ad essere puntuale sul lavoro. E se devo essere sincero, mi licenzierei addirittura, se mi chiedessi di partire adesso. Però lo so che è tardi, dico questo e poi ti saluto. Quella fermata dove ti ho conosciuto, sarà la mia chiesa per il futuro. Ti direi anche ora che ti amo, e ti sposerei, te lo giuro. Mi hai fulminato, e ora io ci credo come te, che esiste veramente quel Cupido, con l’arco e le frecce, e ti colpisce all’istante. Ecco, ho detto tutto.
– Si, ok, ma il mio fidanzato non lo porto quel bruto… bel maschione, a quale fermata mi vuoi vedere?
– Scusa non sei Simona?
– No, sono Roberrrtoo miaaaooooo.

TuTuTuTuTuTuTuTuTuTu