E tu chi sei? di Stella Castolo

E tu chi sei? di Stella Castolo

Sonnecchio beata sotto il tocco dolce e leggero della tua mano. È inutile, non c’è nessun altro al mondo che sappia coccolarmi come solo tu sai fare. Starei ore e ore qui, sola con te, di fronte al camino, mentre fuori pizzica di vento e freddo. Tu mi sussurri parole nuove, non so esattamente cosa vuoi dirmi ma il tono promette bene. Tiro un lungo sospiro di godimento, mentre continui a ripetermi: “Fra un po’ arriva”. Mi piacciono le tue paroline, infondono tranquillità ed io mi sento sempre di più amata e al sicuro sotto le tue carezze.

Ops! Quello strano suono significa che sta entrando qualcuno nella nostra casa; orecchie tese, mi alzo di scatto e corro verso la porta, inseguita da te che continui a ripetermi: “Sally sei contenta? E’ arrivato Chucky”. Il tono della tua voce è sempre più dolce, ma io mi sento confusa, sono un misto di curiosità e diffidenza. Avvicino il mio muso il più possibile all’uscio, finalmente la porta si apre e subito vengo investita da un uragano. C’è la mia amica adorata di giochi che con il suo solito fare mi urla di gioia: “Ciao Sally”. Ma stranamente non riesco a metterla al centro dei miei pensieri, perché ha qualcosa di strano e di diverso oggi e sicuramente non è lei ad essere l’uragano. Un piccolo impiccione mi viene incontro con fare irruente, saltandomi addosso come se avesse visto qualcosa di spettacolare. In realtà io lo sono, ma lui sembra piuttosto appiccicoso e intraprendente. E no, non va così la vita, questa è la mia casa, perciò mettiti in un angolo a cuccia e fai il bravo con me. Mi faccio sentire con la mia voce, perché non penso abbia capito che con me deve fare il bravo, quindi il mio ‘grrr’ glielo farà capire sicuramente.

“No Sally, lui è Chucky, il tuo nuovo amico”. Non so cosa stia farfugliando la mia amica, ma non mi piace per niente. Di sorpresa vedo correre il suo amichetto per tutto il mio territorio, come preso da un raptus e finire direttamente verso le ciotole.
“Ehi quelle sono mie, non ci provare”. Ma il guastafeste ha già messo le sue orecchie lunghissime sulle mie crocchette. Ho capito, meglio che gli faccia capire sin da subito che qui chi comanda sono io. Mi avvicino in modo lento ed elegante e con la zampa lo butto per terra, mentre lui finalmente vinto si sdraia girandosi di pancia all’aria, immobile e sottomesso. Incomincio ad annusarlo e mi rendo conto che tutto il suo corpo ha la stessa grandezza della mia testa. Sento come se provenissero in lontananza due voci distinte, che sanno tanto di raccomandazioni, ma io non le sento, ora ho ben altro da fare. Continuo con la mia ispezione, mentre la mia preda persiste a rimanere ferma, bloccata sotto il mio naso indiscreto, proprio come io desidero. Poi improvvisamente mi sento tirare e allontanare dalla mia trottola vivente, che sfugge e conquista la mia pallina.

Questo non lo può fare, gli vado incontro e gli sottraggo il mio gioco in due secondi netti. Incomincio a correre sperando che possa inseguirmi, anche se mai e poi mai gliela darei vinta, qui la campionessa di casa sono io. No, non posso crederci, questo non può farlo. Lascio cadere di colpo la palla dalla mia bocca, mandandola a finire in chissà quale angolo della stanza, ma ora poco mi importa; il mio sguardo è attirato totalmente dalla mia padrona che rivolge parole affettuose al nuovo intruso. Li raggiungo velocemente sistemandomi in mezzo a loro e incominciando ad annusare di nuovo il pelosetto, che appena si accorge della mia presenza, si mette seduto sull’attenti. Cerca di fare tenerezza con i suoi occhioni su chi è mia e ci riesce benissimo.
“Ehi, non ci provare” mentre affondo di nuovo la mia zampa su di lui, anche se mi ritrovo con grande mio stupore a scodinzolare.
“Piano Sally”.

Il tono della mia padroncina questa volta é serio e capisco che è meglio non fare scherzi e mettermi buona buona, mostrando un’apparente indifferenza. Sento una mano accarezzarmi, è tutto sotto controllo.
“Zia io vado, è tardi. Ciao Sally, domani io e Chucky torniamo a giocare con te”.
La mia amica mi regala le sue moine, le mie preferite e la vedo andare via, portandosi dietro quell’impiccione.
Rimango ferma mentre sento di nuovo accarezzarmi. Scopro con immensa felicità e con un peso di impiccio in meno, che sono ancora la cocca di casa ed io non posso che scodinzolare e stendermi zampe all’aria, sotto la magia di quelle mani che amo tanto. Chiudo gli occhi in estasi, finalmente sole, protagonista io e solo io della sua vita, del resto anche se Chucky, penso sia questo il suo nome, dovesse tornare, resterei sempre io il centro del mondo della mia padrona. Il resto è pura follia.

15 Risposte a “E tu chi sei? di Stella Castolo”

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