Il vuoto di Elena Grifoni

Il vuoto

Fuori concorso

Non puoi veramente capire il vuoto finché non ti trovi a guardarlo negli occhi e sentirne il richiamo… canto di sirena.

Rimanere in equilibrio, spostare il peso in avanti, sentire il baricentro che cambia e quel formicolio su per la schiena che ti morde ogni fibra quando ti accorgi che stai passando il punto di non ritorno.

Lui ti sussurra vieni, lasciati andare… Lasciati cullare… ti saprò avvolgere… Librati sulle mie ali… fallo… adesso… fallo!

Chiudere gli occhi.
Aprire le braccia.
Sentirsi foglia mossa dal vento.
La testa all’indietro.
Immaginarsi altrove, lontani, liberi.

Muovere i piedi in avanti, solo un pochino.
Adesso le dita non toccano più, sono già sue.
Poi la punta… poi la pianta del piede… poi…

Poi riapri gli occhi e lo vedi. Lui è ancora lì che ti fissa, ti vuole, ti chiama, ti ama.
Sei tentato, sei attratto. Lo sai che non si torna indietro, ma il brivido, l’eccitazione e la paura sono dannatamente irresistibili…

Vieni sussurra il vuoto Perditi nel mio abbraccio…

Un’ultima occhiata, un ultimo respiro.
Un passio indietro e poi scendi giù dal cornicione.

Ciao amore mio, sussurri, oggi sono riuscito a non perdermi nel tuo sguardo… domani… chissà…

12 Risposte a “Il vuoto di Elena Grifoni”

  1. molto incisiva questa composizione. In poche parole racchiude la tragedia insita. Descrive, con brevi tratti salienti, un quadro molto reale. Il non esservi speranza diventa speranza stessa, anche oltre ogni possibile confine.

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