Human Being di Renata Morbidelli

Human Being

“Bene, guardiamo se è tutto a posto: imbottitura di protezione presente; libretto delle istruzioni inserito, accessori tecnologici aggiunti, certificati di garanzia e di idoneità inseriti, marchio della Comunità Europea e codice a barre ok. Direi che è tutto a posto. Posso chiudere la confezione, apporre l’etichetta della destinazione e dire al corriere che anche questo ultimo pupazzo è pronto e può essere spedito”. Disse con aria soddisfatta l’addetto al controllo della grande multinazionale Real Life di New York. Da quando avevano aperto, esattamente due anni prima, le vendite del loro famosissimo pupazzo “Human Being”, erano salite alle stelle. Non c’era bambino che non desiderasse il nuovissimo pupazzo ad altezza naturale e super accessoriato, a cui potevano far fare qualsiasi cosa volessero con dei semplici comandi vocali. Perfino i genitori erano entusiasti: finalmente i loro figli erano totalmente al sicuro con il loro nuovo compagno di giochi e, soprattutto, quando erano stanchi, lo potevano riporre nella sua scatola. Finalmente, con l’avvento del nuovo Human Being, le strade erano più sicure e nessuno si dedicava più al crimine. Avere tra le mani qualcosa su cui potevano avere il controllo assoluto dava ai malviventi la sensazione di potere che avevano sempre desiderato. Non c’era cittadino, onesto o corrotto, che non considerasse Mr. Nicholas Nikleby come una specie di eroe nazionale.
Fu così che, dopo una lunga serie di insistenze da parte di suo figlio John, la signora Bukowski si rassegnò e glielo regalò per Natale. Sotto l’albero, in mezzo a molti altri pacchetti colorati, troneggiava l’enorme confezione del nuovo giocattolo di cui tutti andavano pazzi. Quella mattina suo figlio si alzò molto presto per andare a vedere se Babbo Natale s’era ricordato di portargli il giocattolo che sognava da tanto. Quando, in mezzo agli altri pacchi, vide quell’enorme scatola che troneggiava in salotto, gli si illuminarono e un ampio sorriso si dipinse sul suo volto. Dopo aver chiesto ai genitori di poterlo scartare, il ragazzino corse a scartare il suo pacco. Un attimo dopo, lui e il nuovo compagno di giochi sedevano a tavola mentre il piccolo John s’accingeva a fare colazione. Con un mesto sorriso, Mary osservava la scena da un angolo della cucina.
In serata, dopo che amici e parenti se n’erano andati, mentre la signora Bukowski stava sciacquando i piatti prima di metterli in lavastoviglie, si sentì urtare violentemente da qualcosa e poi udì un tonfo tremendo che la fece sussultare. Quando sì voltò, vide Human Being che giaceva a terra con gli occhi chiusi come se fosse un ragazzino privo di sensi. Istintivamente si chinò per vedere se fosse tutto a posto: “Tutto bene?” Chiese Mary preoccupata. “Nulla di rotto o di guasto, spero!” Con una smorfia simile a un sorriso, HB s’affrettò a rispondere: “Tutto a posto, signora. Siamo programmati per essere resistenti a qualsiasi tipo di urto. Una caduta piccola come questa non può danneggiare il nostro processore interno”. Restando a fissarlo in silenzio, Mary tirò un sospiro di sollievo. “Bene! Torna a giocare con mio figlio, Human Being, o preferisci essere chiamato col nome che ti ha dato John”. Fissandola come se fosse accigliato, il pupazzo iper tecnologico le rispose: “Mi chiamo Claude Bukowski, sono nato a Oklahoma City il 24 luglio del 2044, il mio numero di previdenza sociale è …” Mentre ancora HB stava parlando con la sua voce metallica, Mary comprese cosa fossero in realtà quelli che venivano spacciati per sofisticati giocattoli e rabbrividì. I dati che stava fornendo il “coso” di fronte a sé erano quelli di suo marito. Gli uomini in scatola, come lei stessa li chiamava con una punta di disprezzo, erano in realtà un mezzo che aveva architettato Mr. Nikleby per tenere sotto controllo, per ora, ogni singolo americano e, in futuro, ogni abitante della Terra. Mille domande s’affollarono nella mente della donna: come era possibile che un solo uomo, fosse venuto in possesso di un numero così elevato di dati sensibili senza il loro consenso? Di quali e quanti mezzi era in possesso per poterseli procurare? Qual era il suo diabolico piano? A che gli serviva conoscere i dati, le abitudini e i gusti di ciascuno di loro? Con la mente ancora immersa in quel vortice di domande, Mary, continuando a fissare quel “coso” che non smetteva di ripetere i dati di suo marito, si chinò e lo accarezzò sul capo come si fa con i bambini poi, con tono dolce, quasi materno, gli chiese di tornare nella sua scatola. Senza battere ciglio, HB obbedì. “Ora dormi”. Sussurrò la donna all’uomo in scatola. Con suo grande stupore s’accorse che quello era il comando giusto per spegnere il processore del giocattolo infernale. Agendo il più velocemente possibile, andò a prendere la cassetta degli attrezzi e iniziò a studiarlo per riuscire neutralizzarlo. Finalmente aveva trovato un modo utile e costruttivo per mettere a frutto le sue conoscenze di ingegnere informatico.

18 Risposte a “Human Being di Renata Morbidelli”

  1. Molto bello! Lo voto!

    Voto arrivato oltre il termine consentito

  2. Interessante. Divertente e originale. Ma fa riflettere… Voto questo

  3. Voto questo testo. Purtroppo il futuro paventato in HB è già in corso.

  4. Un bel incipit intrigante, ora vogliamo sapere come va a finire. Toccasse anche a noi? Ah no, noi abbiamo già dato. Perciò non mi resta che: votare questo testo!

  5. Voto questo testo che, pur essendo futurista, temo non si discosti molto dalla realtà.

  6. Voto questo testo.
    Domande interessanti, la robotica e i mezzi di comunicazione attuali sono trappole pericolose, se usate senza controllo. Brava.

  7. molto carino: é in
    utile i robot non vanno bene. Brava Lo voto

  8. Testo originale e unico nel suo genere. Voto questo testo

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